giovedì, marzo 09, 2006

RAPINA A MANO ARMATA, OVVERO COME IMPARAI A DUBITARE DI QUENTIN

L’epilogo di Rapina a mano armata (1956), il capolavoro noir di Stanley Kubrick, lascia davvero l’amaro in bocca allo spettatore e dimostra come un colpo di coda del destino possa improvvisamente smontare le imprese dell’uomo.
Johnny Clay (Sterling Hayden) organizza il colpo della vita: assalire un ippodromo in una piena giornata di corse con l’aiuto di sei complici ai quali è affidato un particolare compito. E nella narrazione dell’esecuzione della rapina si esalta la quintessenza della maestria di Kubrick. Con un montaggio efficace ci mostra dapprima le sequenze dei singoli protagonisti all’azione e poi tutto contemporaneamente. Il film procede quindi per flashback e flashforward, scanditi dalla voce fuori campo. Bellissima la fotografia in bianco e nero.
Eccellente la prova d’attore di Sterling Hayden, con l’indimenticabile maschera da clown, supportato, come nelle successive fatiche del regista, da un cast di perfetti caratteristi.
Uno spettatore attento si accorgerà però che Rapina a mano armata è stato il film da cui ha attinto a piene mani quel mattacchione e cinefilo incallito di Quentin Tarantino. Come non riconoscere in Jackie Brown e ne Le iene echi Kubrickiani? Se in Jackie Brown c’è una certa somiglianza nell’uso disinvolto del montaggio, che esalta in maniera ancora più stupefacente l’elemento temporale, ne Le Iene Tarantino recupera addirittura diversi elementi della pellicola in questione: il poliziotto infiltrato, il tradimento e la vendetta, il triello finale nel quale tutti restano uccisi. Nessuno dubita della originalità o dei meriti del regista “pulp”, ma attenzione prima di gridare subito al capolavoro e alla novità assoluta.
Quindi diamo a Kubrick ciò che è di Kubrick e a Tarantino ciò che è di Tarantino...

1 commento:

vito ha detto...

si...hai ragione. è ovvio che se domani facessi un film, anche senza volerlo, mi ispirerei ai film che ho visto da giovane. penso sia successo questo a tarantino. pero io me la prendo non tanto con lui, quanto con chi è pronto a idolatrare il primo che capita, anche se indubbiamente bravo, ignorando completamente un passato piuttosto ricco e creativo gia allora. ciao