giovedì, dicembre 14, 2006

ERA ORA

Stamattina ho appreso una splendida notizia: Ennio Morricone riceverà, il prossimo febbraio, il Premio Oscar alla Carriera. Finalmente. Ieri il Pardo d'oro al Festival di Locarno e il Leone d'oro a Venezia, domani l'Oscar, il massimo riconoscimento dell'industria cinematografica. Per il Maestro si tratta della prima statuetta, dopo le 5 candidature per Mission, I giorni del cielo, Gli Intoccabili, Malena e Bugsy. Faceva parte di quel ristretto numero di artisti, come Kubrick e Orson Welles, candidati innumerevoli volte senza mai vincere. E questo non poteva che rafforzare quel mio legame ambiguo con gli Oscar, amati quando sono stretti dalle mani giuste, soprattutto se italiane, vituperati quando assegnati scandalosamente, come ad Halle Berry, per esempio, o non assegnati a chi aveva il giusto merito.
Questa volta nulla da eccepire. Chi più di Ennio Morricone lo meritava? 400 colonne sonore in quarant'anni di carriera, film grandiosi resi memorabili proprio dalle sue note: dagli spaghetti-western di Sergio Leone a C'era una volta in America; da La battaglia di Algeri ai film di Petri, Rosi, Lizzani, Tornatore; da Metti, una sera a cena a Il vizietto.
Finalmente un riconoscimento al cinema italiano, al grande cinema italiano, a tutti gli operai del suono, delle immagini, delle scenografie che non lo rendono secondo a nessuno. Se Hollywood ha gli effetti speciali, noi abbiamo i costumi di Milena Canonero e le luci di Vittorio Storaro; se gli americani hanno le belle facce, noi abbiamo le belle teste, le idee, il genio. Senza fare infantili generalizzazioni, io tifo sempre per il cinema di casa nostra.
A ottobre, ho avuto il piacere di ammirare il Maestro dal vivo: è stata una emozione unica. Le prime note de La battaglia di Algeri, de Gli Intoccabili e di C'era una volta in America, mi hanno fatto venire i brividi. Ma, paradossalmente, sono rimasto insoddisfatto. Volevo ascoltare i temi di Mission e di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto! Morricone, per il suo immenso repertorio, non è uno di quegli artisti che possono essere visti solo una volta nella vita, e poi basta. Per fortuna.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Era ora davvero! Anzi, avrebbero dovuto darglielo anni fa, vista la mole di temi partoriti e il lasso di tempo trascorso tra l'ultimo film che ha vinto un oscar ed oggi...per ringraziare ha dato un concerto gratuito in quel di Milano..per i molti che hanno sentito dev'essere stato spettacolare...
Che dire altro se non Auguri!

LUIGI