giovedì, giugno 14, 2007

PROFONDO ROSSO

"Profondo Rosso non è il classico thriller". A sostenerlo è lo stesso Dario Argento nell'intervista concessa per l'edizione in DVD del suo capolavoro. E chi può dargli torto? Certo, ci sono gli elementi tipici del trhiller, gli stereotipi di genere, come lo sconosciuto che decide di indagare da solo, la villa misteriosa e quattro omicidi. Ma c'è qualcosa di più. Argento nei suoi film ci ha abituati ad un nuovo tipo di morte, spaventosa, sorprendente e sadica. Perchè far morire un uomo semplicemente investito, quando puoi trascinarlo per metri e metri, fino a fargli sbattere la testa al marciapiede di una curva a gomito? Perchè accoltellare banalmente la tua vittima? Molto meglio se prima la fai soffrire, sbattendogli i denti contro gli angoli dell'arredamento casalingo e poi gli trapassi il collo con una lucente lama. L'idea di fondo è puntare su un dolore comune, che lo spettatore conosce sicuramente, come tagliarsi con una lametta, scottarsi con l'acqua bollente o urtare uno spigolo: tutti almeno una volta hanno provato questo tipo di dolore lancinante, sottile e acuto come questo.
Altrettanto originale è il modo di usare la macchina da presa. Nella primissima scena, sui titoli di testa, Argento posiziona la macchina da presa a terra, immobile, come i grandi maestri del cinema americano, da Welles a Kubrick, per catturare immediatamente lo spettatore e liberarlo solo sui titoli di coda. Nella scene degli assassinii, la macchina da presa è rapidissima, sempre in movimento, scruta, indaga e svela, dal primo piano al dettaglio, per mostrarci veramente tutto, perchè nulla può essere lasciato all'immaginazione. Nemmeno la scia di sangue sulla moquette, i pezzi di vetro ancora conficcati nella carne e la bava che fuoriesce lentamente dalla bocca.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Vito, pure se è un genio del genere a me continua a fare paura (brrrr) e Profondo rosso proprio non ho il coraggio di vederlo...che devo fa??

vito ha detto...

non c'è peggior cieco di chi non voglia vedere! ahahahaha

Anonimo ha detto...

Humor a parte il film è un cult e la tua recensione stranamente non è niente male:)))molto acuta l'osservazione sull'immagine della sofferenza di Argento: un dolore provato è un dolore riconoscibile e per questo più efficace!!!
Brav a Vituzz!!!;-)

vito ha detto...

lo spunto me l'ha dato un'intervista allo sceneggiatore, ma io argento l'ho sempre ammirato per questo suo modo di mettere in scena il dolore e gli assassinii!!

Anonimo ha detto...

allora si nu copione!!!hihihi
copione copione!!!:ppppp

Unknown ha detto...

Hai tralasciato di discutere della parte investigativa e hai ridotto all'osso il film: una macchina visiva di sangue e truculente morti, alla fine profondo rosso questo è! Lo dice anche il titolo! Argento tocca da sempre il tasto del dolore comune come mezzo per impressionare la gente, e a volte il tasto del ribrezzo come la scena dei vermi bianchi in Suspiria o la piscina di carne in Phenomena, così la reazione dello spettatore è assicurata! Non solo splatter e gore ma molto di più...
Bravo, che dire...

vito ha detto...

per non parlare delle donne nei film di dario argento...a buon intenditor...

Unknown ha detto...

Aiuto...non farmi ricordare! ehehe

Anonimo ha detto...

io l'ho visto all eta di 8 anni..........e per tre mesi nn ho dormito....

vito ha detto...

io, ancora oggi, ho paura di guardare gli specchi...

vito ha detto...

la vecchia a casa ne ha uno quasi identico...