giovedì, agosto 03, 2006

I MOSTRI

Se un giorno qualcuno mi chiedesse che cos’è l’ipocrisia, gli farei vedere questo film. L’ipocrisia, l’egoismo, il cinismo, l’incoerenza sono i dis-valori incarnati dai protagonisti dei 18 episodi di cui si compone “I mostri” di Dino Risi.
Il titolo allude ai personaggi interpretati meravigliosamente da Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman. Il film offre un ritratto della società attraverso delle figure tipiche dell’universo maschile, che assumono comportamenti negativi nella vita privata come in quella pubblica. Niente e nessuno si salva dall’attenta analisi degli sceneggiatori: i giornali e la TV, i politici e gli avvocati e i preti. Sono smascherati i vizi comuni, e stereotipati, degli italiani, condivisi dai personaggi dei vari film della “commedia all’italiana”, di cui “I mostri” è un degno rappresentante.
Così come altri capolavori del genere, come “Il sorpasso”, o le opere di Monicelli, anche questo film si conclude con un finale amarissimo e sorprendente, che smorza l’ilarità che si prova durante la visione. Ecco una delle tante differenze con il cinema americano: l’assenza del lieto fine, che appiana tutte le negatività, che rende il film ottimista, più digeribile, come il miele che cosparge l’orlo di un bicchiere contenente uno sciroppo disgustoso. Il cinema italiano è si più pessimista, ma più realista, fatto non per sognare, ma per pensare.

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