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Profondo Rosso non è il classico thriller". A sostenerlo è lo stesso Dario Argento nell'intervista concessa per l'edizione in DVD del suo capolavoro. E chi può dargli torto? Certo, ci sono gli elementi tipici del trhiller, gli stereotipi di genere, come lo sconosciuto che decide di indagare da solo, la villa misteriosa e quattro omicidi. Ma c'è qualcosa di più. Argento nei suoi film ci ha abituati ad un nuovo tipo di morte, spaventosa, sorprendente e sadica. Perchè far morire un uomo semplicemente investito, quando puoi trascinarlo per metri e metri, fino a fargli sbattere la testa al marciapiede di una curva a gomito? Perchè accoltellare banalmente la tua vittima? Molto meglio se prima la fai soffrire, sbattendogli i denti contro gli angoli dell'arredamento casalingo e poi gli trapassi il collo con una lucente lama. L'idea di fondo è puntare su un dolore comune, che lo spettatore conosce sicuramente, come tagliarsi con una lametta, scottarsi con l'acqua bollente o urtare uno spigolo: tutti almeno una volta hanno provato questo tipo di dolore lancinante, sottile e acuto come questo.
Altrettanto originale è il modo di usare la macchina da presa. Nella primissima scena, sui titoli di testa, Argento posiziona la macchina da presa a terra, immobile, come i grandi maestri del cinema americano, da Welles a Kubrick, per catturare immediatamente lo spettatore e liberarlo solo sui titoli di coda. Nella scene degli assassinii, la macchina da presa è rapidissima, sempre in movimento, scruta, indaga e svela, dal primo piano al dettaglio, per mostrarci veramente tutto, perchè nulla può essere lasciato all'immaginazione. Nemmeno la scia di sangue sulla moquette, i pezzi di vetro ancora conficcati nella carne e la bava che fuoriesce lentamente dalla bocca.
11 commenti:
Vito, pure se è un genio del genere a me continua a fare paura (brrrr) e Profondo rosso proprio non ho il coraggio di vederlo...che devo fa??
non c'è peggior cieco di chi non voglia vedere! ahahahaha
Humor a parte il film è un cult e la tua recensione stranamente non è niente male:)))molto acuta l'osservazione sull'immagine della sofferenza di Argento: un dolore provato è un dolore riconoscibile e per questo più efficace!!!
Brav a Vituzz!!!;-)
lo spunto me l'ha dato un'intervista allo sceneggiatore, ma io argento l'ho sempre ammirato per questo suo modo di mettere in scena il dolore e gli assassinii!!
allora si nu copione!!!hihihi
copione copione!!!:ppppp
Hai tralasciato di discutere della parte investigativa e hai ridotto all'osso il film: una macchina visiva di sangue e truculente morti, alla fine profondo rosso questo è! Lo dice anche il titolo! Argento tocca da sempre il tasto del dolore comune come mezzo per impressionare la gente, e a volte il tasto del ribrezzo come la scena dei vermi bianchi in Suspiria o la piscina di carne in Phenomena, così la reazione dello spettatore è assicurata! Non solo splatter e gore ma molto di più...
Bravo, che dire...
per non parlare delle donne nei film di dario argento...a buon intenditor...
Aiuto...non farmi ricordare! ehehe
io l'ho visto all eta di 8 anni..........e per tre mesi nn ho dormito....
io, ancora oggi, ho paura di guardare gli specchi...
la vecchia a casa ne ha uno quasi identico...
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